CuriositĂ  // I pozzi veneziani

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Il sottosuolo della città di Venezia è privo di falde acquifere facilmente raggiungibili. Fino a oltre un secolo fa, l’acqua dolce era attinta dalle sorgive in terraferma e trasportata in botti su barche fino in laguna. In questo modo si integrava il tradizionale sistema di approvvigionamento che sfruttava l’acqua piovana, alloggiato in corrispondenza di campi e campielli e formato da una vera da pozzo e da una cisterna sotterranea, riempita di sabbia pulita e delimitata da uno strato impermeabile di argilla, che costituiva una barriera alla contaminazione dell’acqua salmastra.

Campo San Nicolò dei Mendicoli, 09/2003.

L’acqua piovana penetrava nel terreno attraverso camere di raccolta posizionate intorno al pozzo, situate in leggere depressioni rispetto all’altitudine del resto del campo, e filtrava attraverso la sabbia fino a incontrare il fondo argilloso e quindi impermeabile della cisterna. La canna del pozzo, resa impermeabile da uno strato d’argilla (tera da saón, terra da sapone) distribuito lungo tutta la lunghezza, si riempiva solo dal basso dell’acqua accumulata, depurata dal passaggio attraverso la sabbia. L’acqua veniva attinta con secchi.

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