A Venezia il metodo tradizionale di costruzione prevedeva l’infissione di pali nel terreno, allo scopo di costipare il terreno aumentandone la densità e quindi rendere più stabili le fondazioni dei palazzi. Solitamente, per ogni metro quadrato, erano piantati otto-nove pali in legno con lunghezza non superiore ai tre metri e 25-30 centimetri di diametro.
Sulle teste dei pali, dopo averle pareggiate e rese complanari, venivano stesi uno o due ordini di tavoloni dello spessore di cinque centimentri; da questo zatterone spiccavano i muri di fondazione. Il legno, immerso nel fango umido che ne impediva il contatto con l’aria, si conservava in ottime condizioni, garantendo la funzionalità della parte più profonda dell’apparato di fondazione.